Il Movimento della scuola aderisce convintamente allo sciopero nazionale delle donne convocato per il prossimo 14 giugno. Qui di seguito il nostro comunicato stampa:
Il Movimento della Scuola aderisce allo sciopero nazionale delle donne e considera fondamentale che nelle scuole ci si mobiliti cogliendo questa occasione sia per portare maggiormente il tema della parità nella nostra attività educativa e formativa sia per mettere in risalto le difficoltà e anche discriminazioni che esistono anche fra chi lavora nella scuola.
Sono già molte le sedi – di ogni ordine scolastico – in cui docenti, allieve, studentesse e assemblee genitori si stanno organizzando. La promozione della parità tra i sessi deve essere un tema centrale nelle scuole: l’educazione è la chiave per far evolvere mentalità che – anche alle nostre latitudini – ancora considerano le donne, i loro diritti e le loro potenzialità come inferiori.
Considerando che la data del 14 giugno corrisponde all’ultimo giorno di scuola per gli/le allievi/e, nelle sedi ci si sta organizzando su due piani.
- Nei giorni e nelle settimane precedenti lo sciopero, sono organizzate varie attività di sensibilizzazione e discussione inerenti le varie discriminazioni nei confronti delle donne: proiezioni di film, discussioni in classe partendo da spunti video o scritti, mostre in sede e/o in biblioteca, approfondimenti su donne che nella storia hanno dato un contributo notevole in diversi ambiti, lavori artistici, raccolta di testimonianze anche tra le studentesse, ecc. L’auspicio è che lo sciopero del 14 giugno sia l’occasione per porre le basi ad una maggiore presenza e valorizzazione dei principi di parità e dei contributi di donne nei vari ambiti disciplinari e in tutti gli ordini di scuola. Il coinvolgimento e la partecipazione attiva di studentesse e anche di studenti in questa dinamica è un segnale molto positivo!
- La giornata di sciopero del 14 giugno in Ticino corrisponde con l’ultimo giorno di scuola per gli/le allievi/e e docenti. Le indicazioni da parte del coordinamento scuole sono quelle di: partecipare allo sciopero, non svolgere riunioni (Plenum, esami, consigli di classe) e partecipare alla manifestazione cantonale conclusiva. Stupisce e lascia allibiti/e leggere che il Consiglio di Stato e lo stesso Capo Dipartimento del DECS non riconoscano la giornata come sciopero. Se è stata decretata come tale, lo è punto e basta. Sta poi ad ogni insegnante, liberamente, scegliere se e in che modalità aderirvi. In molte scuole non ci saranno riunioni, i docenti uomini si sono messi a disposizione per tenere le classi e sono state organizzate delle iniziative. Inoltre, vi è l’appello a partecipare alla manifestazione cantonale a Bellinzona alle 17.00, se possibile attraverso un corteo visibile.
Nella sua adesione allo sciopero delle donne, il MdS ci tiene a salutare positivamente le iniziative in corso nelle scuole e denuncia la presa di posizione del CdS e successivamente del DECS che – non si capisce su quali basi – hanno deciso che la giornata del 14 giugno “non è da ritenere come uno sciopero vero e proprio”. Si tratta di un abuso di potere, in quanto lo sciopero è stato già deciso ed è indetto a livello nazionale. Si tratta di uno sciopero totale, non contro gli uomini, ma contro la società patriarcale. Infatti, le donne sono invitate a scioperare sia a livello professionale (non andare al lavoro, fare pause prolungate, manifestare in qualsiasi modo), sia a livello privato (non fare la spesa, non cucinare, non lavare e stirare…). Più sciopero di così…!
Se nella scuola, in quanto dipendenti pubbliche, le donne non subiscono discriminazioni salariali dirette, ciò non significa che non ci siano ostacoli, difficoltà e discriminazioni. Queste sono in parte legate alle loro condizioni di lavoro e in parte ad una concezione della società e dei servizi che andrebbe modificata.
- La scuola ticinese è condotta in gran parte da donne, che sono la maggioranza degli/delle insegnanti. Una tendenza che, storicamente, si riscontra in quelle professioni che perdono attrattiva (come avvenuto anche in ambito sanitario). Più voci si sollevano per dire che manca “equità”, che bambini/e e ragazzi/e necessiterebbero di più docenti uomini. È raro però che accada il contrario.
- Le donne nella scuola lavorano spesso a tempo parziale. Una condizione che riguarda le ore di lezione, ma buona parte delle riunioni o delle formazioni sono identiche a chi è impiegato a tempo pieno. Chiediamo che i vari aspetti legati all’attività professionale siano proporzionali al tempo di lavoro.
- Diverse docenti hanno denunciato una modifica – di legge o di prassi? – delle possibilità di rientro flessibile dal congedo maternità. Chiediamo che sia ripristinata la possibilità di scegliere il momento di rientro all’attività professionale.
- La proporzione di donne fra i/le quadri dirigenti è decisamente inferiore a quella delle docenti. Chiediamo, per favorire le candidature femminili, che anche in Ticino – come esiste in molti altri cantoni – siano possibili delle co-direzioni (due persone a metà tempo).
- Chiediamo che vi sia la creazione di più posti di accoglienza in asili nido, in modo da agevolare la conciliazione tra attività professionale e maternità.
Il movimento della scuola invita tutte e tutti a sostenere e partecipare a questa importante giornata.