Egregio Direttor Berger,
seppur con ritardo, il collegio docenti della scuola media di Locarno2, trovandosi pienamente d’accordo con le sedi di scuola media che hanno espresso le proprie opinioni ed i propri timori, ha deciso di prendere posizione sul nuovo progetto di Riforma elaborato dal Dipartimento denominato “La scuola che verrà”.
Riforma che anche a nostro parere denota numerosi punti che creano perplessità e incongruenze non palesando una reale fattibilità nella sua eventuale messa in atto.
Dopo numerose riflessioni sul documento ed aver seguito con attenzione i numerosi dibattiti a proposito, il collegio dei docenti della Scuola Media di Locarno2 tiene ad esprimere la propria concordanza con le posizioni prese dalle altre sedi di Scuola Media, dal MdS e dal sindacato OCST.
In particolare rileviamo che diverse soluzioni esposte nel secondo testo in consultazione ostacolano la continuità didattica, che a nostro avviso è importantissima per garantire la realizzazione dei due assi tematici sostenuti dalla Riforma: quelli della differenziazione e della personalizzazione.
In questo senso notiamo una contraddizione di fondo tra gli ideali teorici e le soluzioni pratiche proposte, riteniamo pertanto che alcune scelte andrebbero riviste e/o eventualmente abbandonate per garantire la praticabilità della Riforma stessa.
Il primo vero ostacolo alla continuità didattica è rappresentato dalla griglia oraria modulare che prevede due orari di cinque settimane ciascuno alternati fra loro e intervallati dalle settimane progetto.
Crediamo che questa scelta generi problemi per gli allievi, poiché l’interruzione nell’apprendimento di una materia rappresenta sempre un ostacolo, bisogna infatti considerare che nella realtà scolastica ci sono allievi che fanno fatica a ricordare la materia svolta da una settimana all’altra, se non da una lezione all’altra. Molti di loro inoltre avrebbero dei seri problemi a giostrarsi fra i diversi orari della griglia, pensiamo a quegli alunni, e non sono pochi, che già oggi presentano difficoltà nell’organizzazione personale e che spesso faticano a memorizzare un solo orario annuale.
La griglia modulare genera problemi anche per l’orario dei docenti – in modo ancora più accentuato per quelli impiegati a tempo parziale – quando una materia figura per un certo numero di ore nell’orario A, e per un altro numero nell’orario B: tale differenza può porre dei grossi problemi di
compatibilità con l’orario pattuito contrattualmente – è infatti necessario che l’attribuzione delle classi sia combinata ad hoc – e c’è il rischio che si debba rinegoziare l’attribuzione delle classi di anno in anno, con la conseguenza che un docente non possa più seguire le proprie classi.
In aggiunta, ricordiamo, come è già stato detto durante la sua presentazione nella nostra sede, che l’alternarsi degli orari (A, B e quello delle settimane progetto) è inconciliabile con le richieste degli asili nido, che stabiliscono la custodia dei bambini a orario fisso, ciò significherebbe, per tutti quegli insegnanti genitori che finora hanno potuto appoggiarsi a queste strutture, che non potrebbero più farlo. Un tale scenario deve essere preso in seria considerazione poiché avrebbe delle ripercussioni sul piano sociale per tutte quelle famiglie in cui il genitore insegnante – più spesso la madre – sceglie di conciliare la vita lavorativa con quella familiare, senza penalizzare né l’una né l’altra e senza rinunciare all’una o all’altra.
La continuità didattica è inoltre messa a rischio dalla “soluzione” di affidare più docenti ai laboratori e agli atelier. Questa scelta non permetterebbe all’insegnante titolare di seguire in modo costante gli alunni e l’evoluzione del loro apprendimento e ciò rappresenterebbe un grave impedimento alla preparazione efficace di percorsi differenziati e personalizzati.
In merito ai laboratori, crediamo che la scuola attuale offra un’ottima soluzione per la differenziazione con l’adozione dei laboratori di italiano e scienze in quarta media, in cui una classe è scissa in due gruppi. A nostro avviso questa soluzione è più efficace e quindi preferibile a quella proposta dalla Riforma in cui si è scelto di ricavare tre gruppi di laboratorio da due classi.
Dalle recenti dichiarazioni fatte alla stampa dal Dir Manuele Bertoli, apprendiamo che la Commissione ha preso in seria considerazione il documento redatto dal Collegio dei Direttori e che, per quanto attiene a lezioni di laboratorio e atelier intenderebbe abbandonare l’affidamento
dell’insegnamento a più docenti. Accogliamo con favore questa notizia e auspichiamo che nella definizione della Riforma, Commissione e Dipartimento facciano tesoro degli aspetti critici evidenziati nelle varie prese di posizione, poiché solo in questo modo si potrà garantire una scuola
del futuro condivisa, realizzabile e migliore di quella attuale.
A tale proposito vorremmo concludere con una considerazione sugli ultimi dati PISA, i quali non evidenzierebbero una scuola malata e inefficace: un dato questo che dovrebbe guidare la Riforma non verso uno stravolgimento del sistema, quanto piuttosto verso un mantenimento e un potenziamento delle buone soluzioni già praticate oggi – come quella dei laboratori di italiano e scienze sopra citata – e l’introduzione di soluzioni tanto utili quanto applicabili.
Ringraziando per l’attenzione e sperando che le nostre osservazioni possano essere d’aiuto nella definizione della nostra scuola del futuro, salutiamo cordialmente.

A nome del collegio docenti della scuola media di Locarno 2:

Nadia Colombo e Marco Catti